Parigi in tre giorni , con lo sciopero

Prima di partire per Parigi avevo letto con attenzione tutti i consigli che avevo reperito, per poi non seguirne praticamente nessuno.

 

Parigi è una città enorme e le attrazioni sono molto lontane una dall’altra per cui , anche se si è buoni camminatori è inevitabile prendere la metro , l’autobus o il taxi .

Ho prenotato online prima della partenza soltanto il  biglietto d’ingresso al Louvre e , mediante Amazon, ho acquistato una mappa per avere un’idea generale delle zone.

Il primo giorno arrivo con volo Alitalia all’aeroporto Orly .

Parigi ha tre aeroporti : Charles De Gaulle , Orly e Beauveau.

La scelta è caduta su Orly perché con una navetta, la Orlybus , al costo di 9 euro, si arriva in zona Montparnasse.

Montparnasse era la zona degli artisti , ora è  un bel quartiere vivace, ben collegato col resto della città , pieno di ristoranti , e non troppo caro.

Qui avevo prenotato un posto letto all’Enjoy hostel.

Scelta ottima : con solo 88 € ho soggiornato per 3 notti in una camera femminile per 4  con bagno privato.Colazione semplice , a base di  baguette, burro e marmellata e bevande a volontà.

Per il primo pranzo ho seguito uno dei consigli di Google Maps : les Pipelletes

Gusto un ottimo fagiano all’arancia con puré.Il tutto accompagnato da una porzione di zuppa e una di insalata.

Diciamolo : i francesi le sanno fare le zuppe.

Per il pomeriggio avevo deciso di prendere il bus 52 e visitare il primo imperdibile museo , il d’ Orsay.

E qui mi accorgo che era meglio seguire uno dei consigli che avevo letto e cioè procurarmi all’aeroporto un carnet di biglietti o acquistare online il Parispass.

Infatti i biglietti non vengono venduti un po’ dovunque ( come succede a Roma ) e quindi debbo farmi una bella scarpinata fino alla stazione di Montparnasse per acquistarli.

Da lì prendo l’efficentissima metro parigina e arrivo al museo d’Orsay .

Meraviglioso già  solo nella struttura : era una stazione ferroviaria in disuso , ora ospita opere conosciutissime di impressionisti e post impressionisti.

Si rimane travolti dalle opere di Van Gogh  Renoir  , Manet  , Cezane , Degas.

Tra tutte quella che mi ha colpito maggiormente è la colazione sull’erba di Manet : mi ha sempre incuriosito la scelta dell’artista di porre la giovane donna nuda e perfettamente a suo agio in mezzo ai due uomini vestiti di tutto punto.

Visito le  varie stanze mentre la stanchezza della giornata comincia a farsi sentire : il primo aereo era partito da Lamezia alle 6 ed io ero uscita di casa alle 4 .

Dopo aver salutato mia figlia con un selfie   passo al secondo piano dove mi aspetta il mio amato Van Gogh

 

Arrivata in fondo  alla sala , mentre fotografo lo spettacolare orologio  , mi accorgo di aver perso un orecchino.

Riguardando il selfie scattato mezz’ora prima , noto che l’avevo ancora .

Quindi ripercorro tutte le sale , questa volta tenendo gli occhi a terra , invece che alle pareti per ammirare i dipinti.

Purtroppo,  nonostante l’aiuto di un’inserviente e la mia pignola ricerca, non riesco a ritrovarlo e nemmeno agli oggetti smarriti ne sanno nulla.

A questo punto rinuncio a proseguire col mio programma iniziale che era di raggiungere la torre Eiffel: il freddo  , la stanchezza e la piccola delusione dell’orecchino perso mi convincono a tornare all’ostello.

Dopo essermi cambiata mi dirigo verso un piccolo ristorante   il Feliciè   , che promette specialità francesi.

Qui gusto la mia prima ed eccezionale zuppa di cipolle gratinata al formaggio : una delizia

La mattina successiva ho in programma l’attesissima visita al museo del  Louvre .

Prendo il bus 58 e scendo a Pont neuf, per poi proseguire a piedi in direzione del Louvre.

È una bella e fredda giornata di sole e , mentre attraverso le pont des arts, devo stare attenta a non scivolare perché è ghiacciato , ma la vista della Senna all’alba è impagabile.

Anche questa volta non seguirò il consiglio di entrare al museo dal Carousel e mi ritrovo a fare una lunghissima fila nell’entrata principale .

Avere acquistato il biglietto online mi permette di evitare la fila al botteghino ma siamo comunque in tanti ad averlo fatto.

Non fosse per il freddo sarebbe comunque bellissimo sostare in questa magnifica piazza con la piramide a cui nessuno nega una foto.

E finalmente entro in questo tempio della bellezza.

Sulla destra c’è l’ala Denon , di fronte la Sally e a sinistra Richelieu.

In un percorso che mi ero appuntato si consigliava di partire dalla Richelieu ma, dopo aver preso in affitto l’audioguida , faccio di nuovo di testa mia e inizio dalla Sally.

La prima opera che mi lascia senza fiato è la Venere di Milo

Proseguo alla ricerca dell’opera più conosciuta: la Monna Lisa del nostro Leonardo da Vinci.

Non potrò vedere l’altra inestimabile opera del genio italiano,  la Vergine delle rocce, perché si trova in una mostra temporanea sempre all’interno del museo, ma la disponibilità era esaurita già due mesi prima .

Visito le fondamenta, passo nella sezione egizia , veramente ricca ma decido di ” tirare dritto ” ed a un incrocio incontro la seconda signora del Museo: la Nike di Samotracia.

Subito dopo entro nella sezione dedicata al Rinascimento italiano e qui non manca proprio nessuno dei nostri grandi artisti:

Cimabue, Botticelli, Caravaggio, Beato Angelico, Mantegna, Perugino, Raffaello, Tiziano. 

È  veramente una grande emozione trovarsi al cospetto di tanta bellezza:

Prima di visitare la galleria parallela , in una piccola sala  vedo una lunga fila a serpente .  Ci siamo : sono al cospetto della regina del Louvre, Monna Lisa

C’è chi rimane deluso perché è un piccolo ritratto, per me è stato come incontrare una vecchia amica  ed è stato emozionante fissare lo sguardo nel suo , così  composto e intrigante al tempo stesso .

Salutata la  bella signora , ammirato il dipinto delle nozze di Cana che le sta di fronte, vado a rendere omaggio ai padroni di casa.

 

Tra gli imperdibili c’è questo dipinto “la libertà che guida il popolo ” di Delacroix.

Accanto ci sono anche dipinti degli spagnoli ,del calibro di Goja.

Subito dopo mi dirigo nell’ala Delon e , tra le tante meravigliose opere , Amore e psiche del nostro Canova   mi lascia senza fiato.

L’armonia, la grazia di questa opera sono commoventi.

Per visitare l’ultima ala ,  la Richelieu , ripasso per la sala egizia che e’ veramente interessante.

Mi colpisce in particolare la statua di questo scriba .

Nell’ala Richelieu posso fare un tuffo nello sfarzo dell’appartamento dell’imperatore Napoleone terzo.

Al piano superiore c’è la raccolta delle opere fiamminghe ma io mi dirigo direttamente verso la merlettaia di Vermeer .

Scendo poi ad ammirare le sculture dei cavalli di Marly e chiedo indicazioni per il codice di Hammurabi , altra opera imperdibile.Peccato che invece la perderò perché il mercoledì è chiusa al pubblico.

Esco dal Louvre sazia di bellezza .Sono restata al suo interno 5 ore .

All’uscita mi dirigo all’Orangerie : avevo letto che una parte era in restauro ma non credevo che TUTTA la collezione fosse preclusa al pubblico.

Riesco ad ammirare le splendide ninfee di Monet e una mostra che non ho trovato particolarmente interessante.

Molto rilassante e piacevole invece la passeggiata lungo le jardin de la Tullerie

Uscendo dall’Orangerie mi dirigo verso la torre Eiffel,  passando per place de la Concorde e cogliendo il momento in cui le Champs Èlysèes si illuminano.

Ma credo che l’emozione più grande me l’abbia data il tramonto , tinto di rosa , sulla Senna , con la torre Eiffel sullo sfondo

Raggiungo la torre che ormai è buio:  è veramente bellissima tutta illuminata , ma rinuncio a salire in cima poiché soffro di vertigini .

Dopo aver inutilmente cercato un mercatino che avrebbe dovuto trovarsi nei paraggi, prendo il bus 92 per tornare all’hostel .

Ceno nello stesso ristorante della sera precedente e provo una salsiccia bianca che pare molto apprezzata dai francesi e non rimango delusa.

In camera la signora belga con cui la condivido mi informa che il giorno successivo sarà sciopero totale dei mezzi pubblici.

I miei programmi saltano : avevo pensato di dare un’occhiata a Notre Dame ferita dall’incendio per poi recarmi a Montmartre con la metro e nel pomeriggio visitare Place des Vosges ma , senza mezzi è impossibile.

La mattina successiva decido di prendere un taxi e farmi portare a Montmartre. 

Il terzo giorno è freddo come i precedenti e Parigi è avvolta nella foschia .

La vista della chiesa del Sacro cuore, nonostante la foschia , è comunque mozzafiato.

Domina tutta la città ed io riesco a scorgere in lontananza la sagoma di Notre Dame in ristrutturazione.Sicuramente in una giornata di sole la vista deve essere superba ma , anche così,  ha un suo fascino.

Visito con calma l’interno della chiesa e poi pago 7 euro per salire in cima  alla cupola.

 

Inizio quindi la visita del quartiere , munita di pianta, navigatore ed informazioni acquisite prima della partenza.

Poco distante una delle chiese più antiche di Parigi :Saint Pierre de Montmartre .

Davanti alla chiesa un presepe veramente bello e originale

A pochi passi c’è la piazza degli artisti : Place du Tertre.

È bello bighellonare osservando le opere degli artisti e immaginando i tempi in cui anche Renoir e Picasso passeggiavano in questo quartiere.

Sbircio anche qualche negozio di souvenir ma non mi decido ad acquistare nulla.

Piuttosto comincio a cercare un ristorante e , fatto qualche passo , vedo un localino, Chez Plumeau, sotto ad un pergolato , con un ragazzo che beve un caffè all’esterno nonostante il freddo pungente.

Me ne innamoro all’istante e la scelta si rivela azzeccata: l’interno è intimo e accogliente e la fondue che ordino semplicemente divina. Anche il vino rosé che mi viene consigliato è ottimo.

Dopo aver pagato il conto , un po’ superiore alla media, chiedo alla cameriera se può aiutarmi a telefonare all’ufficio oggetti smarriti dell’Orsay perché , anche se riesco a farmi capire , il mio francese non è certo fluente. Del mio orecchino perduto nessuna traccia.

Il quartiere di Monmartre ha molti angoli che meriterebbero la mia attenzione ,  io decido di dedicare la mia attenzione a due di essi : il Moulin rouge, il cimitero monumentale.

Mentre seguo le indicazioni col navigatore la carica dello smartphone si esaurisce.

Mi decido a chiedere indicazioni ad un parigino che si offre di accompagnarmi a destinazione.

Questo è uno di quei momenti in cui viaggiare da sola diventa un vantaggio perché,  dovendo cavarsela da sola, si tira fuori tutte le proprie doti di comunicazione e socializzazione .

Non ci siamo presentati ma è stato bello incontrare questo gentiluomo francese e conversare di arte , cucina e bellezze sia parigine che italiane.

Ammiro il moulin rouge da una caffetteria dove mi fermo a bere un tè e a ricaricare lo smartphone

Mi dirigo , prima che cali la notte, a visitare il cimitero che ospita Emile Zola , Voltaire e la tanto amata Dalida.

Riesco ad individuare solo il sepolcro di Emile Zola e registro quella che sembra la colonna sonora perfetta per un cimitero : corvi gracchianti.

Dopo aver omaggiato il sepolcro di questo grande della letteratura francese  ,  osservando la cartina, mi rendo conto che la Galerie Lafayette è a soli 1,5 km e la strada è  in discesa.

La Galerie Lafayette non è un  centro commerciale ma un’esperienza imperdibile di Parigi, il tempio del lusso , della bellezza.

Sono presenti tutti i più famosi brand e mi incuriosisce vedere che ,davanti al negozio di Louis Vitton , c’è una lunga fila esclusivamente di clienti cinesi.

Provo l’ultimo profumo della Lancôme ma , nonostante sia tentata di acquistarlo subito , decido di rimandare l’acquisto all’aeroporto dove pagherò sicuramente di meno.

L’attrazione principale della galleria è il meraviglioso e originale albero che, ogni mezz’ora si anima di luci .

Quando esco dalla Galerie decido di aspettare il bus 68 che mi porterà molto vicino al mio ostello.

Lo sciopero non è affatto terminato ma qualche rara linea funziona.

Devo dire che i francesi sono da ammirare : nessuno si lamenta per i disagi causati dallo sciopero.

Dopo mezz’ora il bus arriva e mi porta a destinazione.

La mia vacanza volge al termine : mi concedo una birra in un locale vicino all’Enjoy hostel e anche qui , conversando sulle bellezze di Parigi e di Roma , mi arriva un complimento galante ” tu sei bella” .

In tre giorni ho visitato due dei musei più  belli del mondo, ho passeggiato per splendidi viali, visitato un quartiere molto romantico, sono entrata in una galleria scintillante …e ho incontrato due gentiluomini.

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